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La Tarantella Sorrentina (II)

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Durante le esecuzioni di melodie aventi carattere marinaresco, vengono create suggestive scenografie, con i ballerini che, travestiti da pescatori, girano fra gli spettatori con cesti di vero pesce fresco, come venditori di strada, oppure fingono di riparare reti da pesca o di ritirare le stesse da un immaginario mare.

A volte, una parte di questa coreografia viene presentata come preludio all'esecuzione delle melodie; in questo caso l'ingresso del (o della) cantante è preceduto dalle antiche 'voci' o 'grida', come quella del venditore di 'broro 'e purpo' (brodo di polpo), del 'pisciaiuolo' (pescivendolo) o simili altre.

Il venditore di brodo di polpo
Il venditore di brodo di polpo

 

Altra particolare caratteristica dello spettacolo della Tarantella Sorrentina, è l'inserimento di un curioso gioco denominato " 'o scarrafone " (lo scarafaggio), accompagnato per tutta la durata del suo svolgimento da un motivetto, alternativamente cantato e suonato e solo suonato, il cui testo è il seguente:

e nun me cuoglie ca no… (tu non riuscirai a colpirmi)

e nun me cuoglie ca no…

e nun me cuoglie ca no…

no…, no…, no…, no.

La melodia è basata su un'antichissima 'scala dorica' d'origine greca (VII secolo A.C.), formata da due tetracordi discendenti e l'aggiunta del 'la' finale ( la-sol-fa-mi-mi-re-do-si-la) :

Scala dorica

'Scarrafone' (I)
Scarrafone (I)

Una variante, ascoltata da anziani ballerini sorrentini, presenta le caratteristiche della scala di 'seconda minore' o 'seconda napoletana', derivata dal 'piccolo sistema perfetto' greco (comprendente il tetracordo 'synemmenon' che comprendeva il 'si bemolle'), anch'esso risalente al VII secolo A.C. ( re-do-sib-la-sol-fa-mi-re-do-si-la) :

Sconda napoletana

'Scarrafone' (II)
Scaffafone (II)

Questo gioco è strutturato nel modo seguente.

Al centro della sala viene posta una sedia sulla quale vengono invitati ad accomodarsi gli spettatori (uno/a per volta).

Alle loro spalle si sistema una parte del corpo di ballo che canta il motivetto sopra menzionato, accompagnandolo con i tradizionali strumenti folkloristici partenopei.

Lo spettatore, seduto, appoggia gli avambracci sulle cosce, tenendo le mani aperte, ruotate verso l'esterno (col pollice in su). Sia il polso che le mani, devono presentarsi in posizione avanzata rispetto alle gambe.

Davanti a lui s'inginocchia un ballerino (rappresentante lo 'scarrafone'), che si curva in avanti, appoggiando entrambe le mani per terra e tenendo la testa rialzata.

Lo spettatore deve cercare di colpire lo 'scarrafone' (praticamente con un doppio e simultaneo ceffone) nel mentre lo stesso abbassa e rialza la testa attraverso le sue mani.

Per non ferire il ballerino (nel caso riuscisse a colpirlo e particolarmente nei passaggi discendenti della testa dello stesso), tutte le dita delle mani, specie il pollice e l'indice, devono essere tenute accostate l'una all'altra.

Generalmente è tale l'abilità dei ballerini assumenti le vesti dello 'scarrafone', che i casi in cui uno spettatore è riuscito a colpirlo sono estremamente rari, se non inesistenti. Infatti le sue finte con la testa, le spalle ed il corpo, i suoi ingannevoli sorrisi e le sue false smorfie di preoccupazione, accompagnano fulminei ed inattesi scatti della testa che sorprendono il povero spettatore (che nel frattempo viene incoraggiato maliziosamente e bonariamente deriso dagli altri ballerini).

Questa atmosfera crea un clima di festosa partecipazione e di ingenua complicità, che aggiunta al piacere ed alla gioia prodotti dal resto dello spettacolo, lascia piacevoli ed indelebili tracce nella mente e nel cuore degli spettatori.

 

I complessi che accompagnavano lo spettacolo della Tarantella Sorrentina erano originariamente formati da varie combinazioni dei seguenti strumenti: Flauto, Ottavino, Violino, Mandolino, Mandola, Chitarra, Fisarmonica e Contrabbasso; verso la fine del XX secolo venne aggiunta la Batteria.
Dalla seconda metà del XX secolo la Fisarmonica fu affiancata dal Pianoforte, che gradualmente la soppiantò, mentre il Flauto e l’Ottavino, a poco a poco, scomparvero dagli organici, per mancanza di validi esecutori.
Nelle formazioni del XX secolo erano a volte ancora presenti la Cornamusa (popolarmente, ed erroneamente detta Zampogna) e la Ciaramella (la vera Zampogna).
La Ciaramella fu poi sostituita non dall’Oboe o dal Corno inglese (suoi naturali ed evoluti successori), ma dal Clarinetto.
Quest’ultimo strumento, insieme al Contrabbasso, divenne sempre più raro nei suddetti complessi, a partire dalla seconda metà del XX secolo, per gli stessi motivi che portarono alla scomparsa del Flauto e dell’Ottavino.

Negli ultimi decenni, lo spettacolo della Tarantella Sorrentina ha purtroppo subito un calo qualitativo, dovuto sia al disinteresse degli organismi locali, provinciali e regionali (Agenzie di viaggio, Associazioni degli Albergatori, Aziende turistiche, Comuni, Provincia e Regione) che alla politica gestionale dei gruppi folkloristici.

Infatti, i dirigenti di questi ultimi, hanno dato l'impressione d'essere orientati più alle aspettative di ritorno commerciale degli spettacoli che al loro rilancio come immagine storica, musicale e culturale di Sorrento, spirito e sostanza dell'anima mediterranea dei suoi abitanti.

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