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- Gli strumenti a plettro partenopei -

Il Plettro

di

Agostino Pisani, nel suo 'Manuale Teorico-Pratico del Mandolinista' (Terza Edizione - Milano 1923 - Edizioni Ulrico Hoepli), così scriveva: "La penna (il plettro) è per il mandolino la lingua dello strumento. Così la chiama il M° Bellenghi, ed io aggiungo che sta come l'arco al violino, il tasto al pianoforte, l'emissione dell'aria negli strumenti a fiato. Un buon suonatore è quegli che ottiene un tremolo fitto ed unito, e delle pennate (colpi singoli di plettro sulle corde) staccate, nitide e sicure. Sono quindi della massima importanza la giusta flessibilità di una penna, la struttura e la forma di essa."

Ma che cos'è il 'plettro' ?

La 'penna' o 'plettro' (dal latino plectrum e dal greco plektron, derivazione di 'plesso' che significa 'colpisco') era, nell'antica Grecia, una piccola verga uncinata (d'osso, legno o metallo) usata per pizzicare le corde della 'cetra' o della 'lira'.

Gli Egiziani usavano il plettro, che tenevano legato allo strumento con un cordoncino, per suonare dei liuti primitivi (raffigurati nelle pitture dell'epoca).

Modernamente il plettro consiste in una piccola lamina (di forma ovale, spesso appuntita) di tartaruga, osso, avorio, celluloide e altri materiali plastici, usata per suonare gli strumenti a plettro: mandolino, mandola, mandoloncello e chitarra.

Da quanto finora detto, è facilmente deducibile che il plettro è stato adoperato, fin dalle epoche più remote, per trarre suoni dagli strumenti a corda. Una conferma viene dagli scritti di Vincenzo Galilei (padre di Galileo Galilei e rinomato liutista, oltre che autore di lodevoli composizioni per liuto), nei quali riporta passi tratti da Virgilio, Ovidio e Plutarco.

Da Virgilio:

"Il sacerdote tracio in lunga veste canta le sue differenze delle corde et ora le medesime percuote colle dita et l'istesso percuote col plettro d'avorio".

Da Ovidio:

"Il sacerdote percosse col plettro d'avorio le corde della lyra tracia".

Da Plutarco:

"Gli Spartani, religiosi osservatori in tutto delle costumanze, punirono un suonatore di cetra perché non servivasi del plettro".

Anche Omero, parlando della lyra di Mercurio, dice:

"Col plettro tentò a parte a parte".

Per concludere, il plettro è il mezzo attraverso il quale il vero musicista riesce ad ottenere, dal suo strumento, non semplici e/o inespressivi suoni, ma atmosfere riproducenti l'intera gamma sentimentale dell'animo umano.

 

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