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- Strumenti del folklore partenopeo -

‘O Sisco e ‘o Sisco a dujie ('O Sisco duppio)

Il "Fischio" e il "Fischio a due" (FISCHIO DOPPIO)
di

Il "SISCO" (detto anche: Piffero, Zùfolo, Ciùfolo, Fifaro, Pifaro e Piffaro) è un piccolo flauto a becco (detto anche flauto diritto o flauto dolce), appartenente alla famiglia degli aerofoni ad imboccatura naturale.

Generalmente costruito con un pezzo di canna di bambù, produce suoni acuti e penetranti (da cui il nome ‘sisco’) simili a quelli prodotti dal moderno ‘ottavino’.

Altri materiali, usati meno frequentemente nella sua costruzione, sono: legno, terracotta (specie in Calabria, ove si trovavano modelli di questo strumento a forma d’uccello), latta, osso e avorio (di derivazione africana).

Il ‘Sisco’, dotato originariamente di un solo foro (producente la terza del suono fondamentale), era il giocattolo preferito dai ragazzini di tutto il mondo, poiché i due suoni prodotti in successione (il fondamentale e la terza inferiore) imitavano il verso del cucùlo (il cucù).

Se invece i fori erano 3, 4 o più, potevano essere eseguite melodie complete, anche se semplici.

Solo i grandi virtuosi erano capaci d’ottenere dal ‘sisco’ melodie più articolate e non solo diatoniche, a causa delle complicate diteggiature occorrenti.

Il suonatore di ‘Sisco’ aveva spesso a tracolla un piccolo tamburo, che percuoteva con una bacchetta tenuta nella mano sinistra, per accompagnare ritmicamente la melodia.

Il "SISCO A DUJE" (Fischio a due) o "SISCO DUPPIO" (Fischio doppio), flauto doppio o bicanna, era formato da 2 canne che potevano avere una sola imboccatura (nella quale si inserivano entrambe le canne) oppure due; le canne potevano essere diritte (parallele) o divaricate (a "V").

La canna ‘destra’, detta "maschio", aveva 4 fori; la ‘sinistra’, detta "femmina", ne aveva 3.

Veniva usato, col ‘sisco e gli altri strumenti caratteristici, negli spettacoli di ‘Tarantella’ e nelle altre ‘feste di piazza’.

Entrambi furono poi sostituiti da strumenti più moderni, quali: ‘clarinetto’, ‘flauto’ e ‘ottavino’.

Questi due tipi di flauto (entrambi molto antichi, risalenti all’epoca greco-romana) rappresentano, come la maggior parte degli strumenti folkloristici, simbologie sessuali e magiche.

Una curiosità come conclusione: il "fischietto" del ‘capotreno’ e del ‘capostazione’, non è altro che un "piccolo sisco" ( di legno, di metallo o di corno) senza fori o con uno solo, contenente all’interno una pallina che funge da eccitatrice delle vibrazioni.

La differente pressione d’insufflazione e la variabile distanza del dito dall’eventuale foro, permettono la modulazione del suono, sia in altezza che in intensità.


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