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La produzione letteraria in Penisola Sorrentina

di


"Adsis, o Cytherea! Tuus te Caesar Olympo
Et surrentini litoris ora vocat."

(P. Virgilii Maronis - Catalecta. VI Ad Venerem)

Già nella mente geniale del sommo poeta mantovano, innamorato di Napoli e della terra campana, e certamente approdato anche sulla costa sorrentina, dovette essere chiaro l'inscindibile rapporto tra poesia e incanto della natura, se poté rivolgere a Venere Citerea il dolcissimo invito riportato sulla lapide posta all'ingresso di un antico albergo, in Piazza della Vittoria a Sorrento.

Che la dea stessa della bellezza e dell'amore, Afrodite per i Greci e Venere per i Romani, qui invocata col nome di Citerèa perché venerata nell'isola greca di Citera, potesse lasciare il monte sacro dell'Olimpo per discendere ai lidi ridenti del nostro promontorio, è prova inconfutabile di quanto Virgilio sia rimasto affascinato da questa terra, al punto da ritenerla sede altrettanto degna della divinità, cui erano sacre le arti.

Fin dai tempi più remoti, prestigiose testimonianze di insigni scrittori consacrano la ridente propaggine dei Monti Lattari, che si dispiega tra i golfi di Napoli e di Salerno e si protende verso l’isola di Capri, come la terra per antonomasia del mito e della poesia, di cui fu nei secoli ispiratrice e sorgente.

Costiera Sorrentina - Veduta panoramica dal Monte Faito
Capri Sorrento Seiano e Vico Equense

Di essa parlano, infatti, autori quali Plinio, Tacito, Strabone, Virgilio, Stazio, Diodoro Siculo, Silio Italico, Orazio, che dissertano sull’antica denominazione del territorio che, da Sirenusio in epoca greca, divenne Ateneo e quindi, in età romana, Promontorio di Minerva, prima dal culto delle sirene e poi da quello di Minerva, il cui tempio sorgeva maestoso all’estremità della penisola, oggi Punta Campanella.

Ma, a precedere tanti antichi studiosi, di cui diamo solo un accenno, essendosi rivelato vivo e costante l’interesse per la terra sorrentina, da parte di geografi, storici, poeti, e quant’altri sempre furono attratti dal fascino unico, dal clima ineguagliabile, dalla straordinaria bellezza del paesaggio, a precedere tutti, dicevamo, fu il più grande poeta di tutti i tempi, e cioè quell’Omero che la immortalò nel peregrinare di Ulisse, facendone la terra delle sirene, dal canto misterioso e mortale.

Già dunque fiorente in epoca greca, benché scarse le notizie al riguardo giunte fino a noi, ma certo non meno delle altre città greche della costa campana, quali Néapolis, Cuma, Paestum, fu però in età romana, e segnatamente nel periodo imperiale, che la penisola di Sorrento fu eletta, da Augusto, da Tiberio (che si stabilì a Capri) nonché da innumerevoli patrizi, politici, militari, scrittori e poeti, a loro sede privilegiata che, da provvisoria e stagionale, divenne ben presto definitiva.

Questo spiega il sorgere ed il proliferare di splendide ville, i cui ruderi fanno del nostro territorio uno dei siti archeologici più rinomati del mondo, ben degno di figurare nello splendido contesto di Stabiae, Oplontis, Ercolano e Pompei.

Da tale premessa, si comprende facilmente quanto inestimabile sarebbe il patrimonio di testimonianze letterarie, di cui avremmo potuto vantarci, se per incuria, indifferenza ed il lungo sonno della nostra memoria storica, gran parte di esso non fosse andato perduto.

Nelle epoche successive, e cioè nel lungo periodo che va dal Medioevo all’età moderna e contemporanea, non risulta infatti che ci sia stata una particolare cura nel preservare e nel tramandare quanto gli antichi avevano realizzato in penisola, lasciando che il trascorrere del tempo e l’avvicendarsi delle complesse traversie storiche, naturali, sociali e politiche travolgessero e spesso cancellassero definitivamente finanche il ricordo di un così glorioso passato.

Solo in epoca molto recente, a partire dalla fine dell’Ottocento, e spesso dietro l’esempio e lo stimolo dei numerosi studiosi stranieri, attratti in questa terra non solo dall’incanto della natura, ma anche dal fascino del suo passato, si è potuto registrare un risveglio di interesse, divenuto sempre più vivo e operante, in molti appassionati cultori delle antiche radici della terra sorrentina.

Ci troviamo pertanto oggi di fronte ad un panorama quanto mai ricco, complesso e non sempre bene articolato di autori e di opere, che trattano, anche se in maniera talvolta più amatoriale che rigorosamente scientifica, gli aspetti più vari del territorio, da quello geologico e preistorico, a quello archeologico e classico, da quello storico, economico e sociale, a quello più propriamente letterario.

Una catalogazione, per quanto essenziale, di un così vasto materiale non può aver luogo se non in base ad una suddivisione per argomenti, sia per comodità di chi scrive, che per agevolare la ricerca del lettore interessato.

Pertanto si rimanda alla bibliografia che concerne le opere più significative prodotte sul territorio nei vari campi di ricerca e di studio, mentre più ampia ed approfondita trattazione sarà riservata esclusivamente agli autori ed ai testi poetici di maggiore importanza.

 

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