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Ieranto - Avifauna costiera e migratricedi Antonio Caccavielloli uccelli migratori, durante il volo periodico tra gli areali settentrionali di nidificazione e quelli sud-Mediterranei o sud-Sahariani di svernamento, utilizzano principalmente isole e piccoli scogli lungo costa come aree di sosta. La stessa Punta della Campanella, sita all’estremità della penisola e in posizione limitrofa a Capri, Ischia, Procida, Vivara, e agli scogli di Isca, Vetara e Li Galli, viene vista dagli uccelli in migrazione come un’ulteriore isola. Così la sua ubicazione, lungo le principali rotte migratorie, rende possibile anche l’osservazione di quelle specie non strettamente legate all’ambiente costiero e roccioso. Il passo primaverile è molto più numeroso di quello autunnale a causa dell’abitudine di molte specie a compiere migrazioni che ornitologi chiamano circolari. Accade infatti che, per raggiungere il luogo di riproduzione, venga percorsa una rotta diversa da quella precedentemente seguita verso il sito di svernamento. Così molte specie che in primavera migrano seguendo le coste italiane, in autunno sorvolano altre zone. E’ quindi più facile che capiti di osservare voli d’aironi, piccoli trampolieri, gru, anatre, oche selvatiche, cicogne, ecc. durante il loro viaggio verso i quartieri di nidificazione, in particolare in aprile; si tratta di uccelli che solitamente frequentano ambienti per lo più paludosi o acquitrinosi e che tuttavia sorvolano il mare durante i passi migratori. Ma la primavera è anche un buon periodo per osservare uccelli tipici
degli ambienti rocciosi. Si tratta di animali specializzati a sopravvivere
in questo habitat che per molti altri si presenta ostile a causa dei venti,
delle alte temperature estive, della salsedine e della relativa scarsità di
cibo. Il Pellegrino depone le uova su cavità o terrazze naturali, sfruttando spesso il nido abbandonato da altri grossi uccelli. Bisogna fare molta attenzione a non disturbarlo passando inavvertitamente sotto la parete rocciosa ove nidifica. Infatti in questo caso se un adulto è in cova, si allontanerà allarmato e abbandonerà le uova o i piccoli in balìa di eventuali predatori. Altri uccelli rapaci che abitano le medesime pareti rocciose sono il Gheppio e la Poiana. Il Gheppio è facilmente distinguibile dalla Poiana che possiede dimensioni in genere maggiori di quelle dei Falchi e le ali dalla caratteristica forma larga e sfrangiata alle estremità come le dita di una mano. Si potranno anche se di rado osservare i falsi attacchi che il Gheppio e il Pellegrino eseguono ai danni di Poiane che ne invadono il territorio. Questi attacchi sono in realtà comportamenti rituali consistenti in picchiate che il falco effettua ripetutamente sull’invasore emettendo acute grida di minaccia. Le picchiate sono precedute da un caratteristico volo detto spirito santo, con il quale il falco è capace di stazionare immobile nell’aria con le ali aperte e le sole punte che battono, librandosi come una libellula. Un’altra vittima frequente dei falchi è il Corvo
Reale, anch’ esso
nidificante sulle falesie sorrentino-amalfitane. Questo grosso corvide è distinguibile
per la colorazione nero brillante dalla Poiana, che invece ha colori
brunastri con una punta inferiore delle ali bianche, e per la coda
che non termina
come un triangolo capovolto, piuttosto come un rombo. Un altro uccello caratteristico, oggi raro, presente
solo nel periodo delle migrazioni, è la Berta. Nidifica sulle isole de Li
Galli, Vetara e Isca. Nelle numerose grotte della costa nidificava invece un altro rappresentante dell’avifauna locale, oggi anch’esso purtroppo estinto: il Piccione selvatico. Ne sono una testimonianza i toponimi che ne richiamano la specie come ad esempio la Grotta d’’e Palummi vicino Recommone. Anche la Ghiandaia marina non nidifica più. Oggi può essere osservata solo durante le migrazioni, spesso al largo degli scogli de Li Galli.
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