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La Tarantella Sorrentina (I)

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La rappresentazione delle tradizioni popolari napoletane, nei suoi canti e nelle sue danze, ha assunto negli ultimi decenni un'immagine scurrile ed urlata, violenta e dissacrante.

Questa 'moda', diffusasi anche grazie a famosi 'interpreti', oltre ad essere sintomo di miopia culturale ed intellettuale, offende non solo le immortali melodie di Napoli (apprezzate in tutto il mondo per la delicatezza espressiva e l'incanto sonoro che riescono a creare con le loro descrizioni, anche passionali, di luoghi, fatti e persone) ed i suoi altrettanto amati balli, ma anche i più profondi e sinceri sentimenti, consolidati da secoli, nell'animo del popolo napoletano.

Forse 'popolare' è sinonimo di 'volgare' nella sua più spregevole interpretazione? Un artista, una melodia, una danza, diventano forse rozzi, senza pregi, senza qualità e nobiltà d'animo, in quanto 'popolari'?

Se così fosse, i più grandi artisti, le più belle melodie, i più grandi eroi, le più belle liriche, i più grandi poeti e musicisti, rientrando in questa categoria, sarebbero da evitare e dimenticare.

Fortunatamente non è così: la stragrande maggioranza del popolo napoletano non ha questi limiti e/o deformazioni mentali e numerosissime sono le manifestazioni attestanti fedeltà al vero spirito partenopeo.

Tra queste, fin dal 1800, particolare pregio riveste la "Tarantella Sorrentina".

La Tarantella Sorrentina

La Tarantella Sorrentina, famosa in tutto il mondo per freschezza, leggiadria, musiche e costumi, si differenzia da tutte le altre per due principali motivi.

Il primo è l'inserimento nella parte centrale di un tempo di gavotta (mentre nelle campane, particolarmente le napoletane, si trova generalmente un passo di polka) che interrompe il continuo e rapido fluire delle tipiche 'terzine' del tempo 6/8, con questa leggiadra danza in 2/4 d'origine provenzale. Questo ballo, ancora oggi in uso in Bretagna e nei Paesi Baschi, viene eseguita 'in circolo', dalle coppie di ballerini, con saltelli e passetti a destra e a sinistra.

L'altro motivo consiste nel fatto che la Tarantella Sorrentina è esclusivamente una danza d'amore, pur con tutti gli episodi di corteggiamento e rifiuto, litigio e riappacificazione, in essa inseriti.

L'atmosfera festosa che crea è ricca d'ingenua freschezza e gioia di vivere, senza equivoci e/o volgari riferimenti sessuali o assordanti mimiche guerresche, per cui gli spettatori vengono trasportati in un mondo idilliaco ove gentilezza e amore sono gli unici sovrani.

Questo suo carattere così diverso dalle altre tarantelle, è dovuto principalmente al fatto che Sorrento ha avuto un grande numero di famiglie nobili, per gran parte dello scorso millennio.

Il ceto popolare, essendo quotidianamente a contatto con dame, patrizi e cavalieri per così lungo periodo, ha eliminato, o in gran parte smussato, gli eccessi plebei dal suo comportamento (presenti invece in altre realtà campane). Inoltre i giovani, guardando al comportamento ed all'abbigliamento dei nobili coetanei, affinavano i loro costantemente.

Tutto ciò ha influito sulle danze popolari sorrentine in generale e sulla Tarantella in particolare, anche perché questi balli venivano eseguiti, quasi esclusivamente, durante feste organizzate nei palazzi dei patrizi (fidanzamenti, matrimoni, anniversari di vario genere, solennità civili e religiose, etc.).

Per questi motivi, la Tarantella Sorrentina ha acquisito nei secoli le sue pregiate e fondamentali qualità: eleganza, grazia, maliziosa innocenza, apparente semplicità dei suoi passi di danza (che presentano invece consistenti difficoltà d'esecuzione) e, infine, l'inserimento della Gavotta, che l'ha ulteriormente impreziosita.

L'inserimento di questo passo di danza è dovuto sia alla costante vicinanza dei ceti abbienti a quelli nobili, sia alle influenze esercitate dalla dominazione francese, in vari periodi storici, sui patrizi sorrentini e, conseguentemente, su tutta la popolazione di Sorrento.

Nello spettacolo della Tarantella Sorrentina, le omonime danze vengono intervallate dalle esecuzioni delle più belle melodie sorrentine e napoletane.

Questi canti, interpretati dai migliori cantanti della penisola sorrentina e dell'intera provincia di Napoli, vengono accompagnati, ove utile o necessario, da cori formati dagli stessi ballerini. Questi ultimi, inoltre, sostengono e arricchiscono il ritmo, suonando i caratteristici strumenti del folklore napoletano (putipù, scetavajasse, tric-ballac, nacchere, tamburelli, etc.).

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