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La Tarantella (V parte)

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Può essere utile, alla curiosità dei lettori, conoscere i significati attribuiti da M. Schneider ai numeri corrispondenti all’unità di misura o di movimento ( 1 ), alle duine ( 2 ), alle terzine ( 3 ) e all’insieme delle crome formanti un’intera battuta di 3/4 o di 6/8 ( 6 ):

  • numero 1 : fuoco purificatore e/o tarantola maschio;
  • numero 2 : Magna Mater o Terra;
  • numero 3 : il cielo o numero - idea dell’uomo;
  • numero 6 : il fuoco erotico (Venere e/o Vergine) e/o la tarantola femmina.

Inoltre, dividendo le 6 crome formanti la misura in 2 gruppi di 3 oppure in 3 gruppi di 2 ( 2 = femminile, 3 = maschile), si stabilirebbe una ‘catena’ tra cielo e terra.

Conseguentemente, l’alternanza dei suddetti gruppi ritmici metteva in contatto il corpo degli ammalati con il loro spirito, consentendo il superamento dello stato di malattia tramite l’immedesimazione nella malattia stessa.

Eccezionali esecutori di queste poliritmie, sono i suonatori di tamburello che accompagnano le danze pugliesi (pizzica, pizzica tarantata, etc. ), che inoltre, con l’alzare e l’abbassare dello strumento, corrispondenti rispettivamente al piano verticale (cielo, spirito, etc. ) ed al piano orizzontale (terra, corpo, etc. ), le arricchiscono di ulteriori significati.

Il tamburello stesso, costruito con la pelle di una capra morta, consentirebbe, secondo lo Schneider, l’unione degli opposti, cielo e terra, fonte rituale della terapia.

La struttura della Tarantella si basa su periodi musicali formati da due o tre frasi musicali, raramente da una.

Le frasi musicali, composte da 8 battute, vengono generalmente suddivise in due semifrasi di 4 battute ciascuna.

Fra le varie frasi e/o i vari periodi, è spesso ricorrente il passaggio dal modo maggiore a quello minore, per meglio caratterizzare i vari episodi (di scontro, rifiuto, implorazione e riappacificazione) del racconto d’amore rappresentato in questa ineguagliabile danza.

Per Schneider, anche queste modulazioni maggiore – minore e viceversa, rappresenterebbero i vari passaggi tra vita e morte, malattia e guarigione.

La durata delle tarantelle moderne (dalla seconda metà del XIX secolo in poi) è mediamente compresa tra i 2 e i 5 minuti.

Verso la fine del secolo XIX, la Tarantella inizia a distaccarsi dalle scene di vita popolari di Napoli, trasferendosi in provincia e particolarmente a Sorrento ove diventa la danza folkloristica più nota al grande pubblico.

Da tutto il mondo i viaggiatori giungono a Sorrento per assistere ad uno stupendo spettacolo: “LA TARANTELLA SORRENTINA”.

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