- Gli strumenti
a plettro partenopei -
La Mandola
di
Figure 1 e 2 - Mandola.
a
mandola ha dimensioni maggiori rispetto al mandolino, ma minori raffrontata
al liuto.
La cassa è profonda e panciuta, a
forma di mandorla; il manico, abbastanza elegante negli strumenti moderni,
può arrivare a 29 tasti; il cavigliere
a spatola è leggermente inclinato all’indietro; i piroli,
laterali nelle mandole più antiche, sono posteriori in quelle moderne;
le corde sono comunemente d’acciaio.
Fig. 3 - Mandola (particolare tavola armonica).
Ancora attuale è il dubbio degli studiosi, se cioè la
mandola sia un ingrandimento del mandolino oppure un rimpicciolimento del
liuto. Le prime notizie documentate della Mandola (detta anche mandura,
mandora, mandorla e pandura) risalgono al XIII secolo.
D’origine orientale
(probabilmente dalla “qopuz” turca),
si diffuse, come il mandolino, inizialmente in Spagna, poi
in Francia e Italia ed infine in Germania ed Inghilterra. Vi sono stati esempi di mandola con 6 e addirittura 8 corde, costruite
soprattutto in Italia e Francia nel XVIII secolo, ed altre mandole
più piccole
che venivano chiamate pandurina, mandoretta e mandurina.
La fabbrica Calace di Napoli costruisce attualmente due tipi di
mandola, una in “Do”(con accordatura La-Re-Sol-Do),
su richiesta, e l’altra
il “Sol”(accordatura Mi-La-Re-Sol, praticamente un’ottava
inferiore rispetto al mandolino).
La Mandola (come la Viola nel campo degli strumenti ad arco) non
gode della popolarità che merita; la sua vasta estensione
(negli strumenti moderni) e la sua gamma timbrica estremamente
affascinante, la rendono
unica ed inimitabile.
Per quanto concerne composizione e costruttori, si rimanda al mandolino.
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