Ouverture serafica… ma non troppo

La ‘consolle’:
1. è il ‘ponte di comando’ dal quale i ‘Generali’ inviano ordini;
2. è la ‘fonte’ da cui zampillano ‘melodiosi ruscelli’;
3. è la ‘catena montuosa’ da cui nascono ‘fiumi di note’, che scorrendo sempre più impetuosi, formano ‘intricate ed intriganti rapide’ e ‘veementi cascate’;
4. è il ‘seggio’ da cui 'un umile essere umano' impartisce comandi a ‘Sua Maestà L’Organo’, ai suoi ‘nobili e potenti registri’, ai suoi indispensabili cortigiani: ‘mantice e somiere’, al suo ‘esercito di innumerevoli canne’ e a tutto il suo ‘laborioso popolo di meccanismi vari’.
Anche se tutto ciò può sembrare (e probabilmente lo è) un ‘paradosso metaforico’, molto spesso, nelle conversazioni con ottimi (o meno… ottimi) organisti o ascoltando le loro esecuzioni, si percepiva nitidamente questa emanazione di ‘quasi onnipotenza’ che, a volte inconsciamente, li permeava (tipica anche di alcuni ‘Direttori d’Orchestra’). Altre volte, invece, si notava una ingenua, fanciullesca ‘gioia meravigliosa’ (si parla di persone mature), di fronte alla ‘pura bellezza dei suoni’ che, loro tramite, si irradiavano nella ‘navata’: merito della bontà dell’organo in tutti i suoi minimi particolari, della qualità dell’esecuzione, dell’approfondita conoscenza dei registri e degli effetti delle loro ‘combinazioni’, ma specialmente dello ‘spirito’ dell’organista che si poneva al servizio della Musica e non viceversa.