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Organo - Canne

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Canne dell'organo della Cattedrale di Sorrento (Foto Giuseppe Ruggiero).Canne dell'organo della Cattedrale di Sorrento (Foto Giuseppe Ruggiero).Canne dell'organo della Cattedrale di Sorrento (Foto Giuseppe Ruggiero).
Dissonanze… accordabili.
Quel mattino ad ogni buon musicista si sarebbero rizzati i capelli in testa: dall’Organo provenivano suoni alla rinfusa, dissonanti, che si aggrovigliavano sempre di più.
Il motivo era dovuto ad una bagarre scoppiata fra le file di canne: ognuna pretendeva d’essere la più importante, la migliore.
- Io sono la più carina - affermava la fila di flauti da 4’.
- Ma io la più brillante - ribatteva la fila di flauti da 2’.
- Non è vero - replicava quella da 1’ - i suoni che produco sovrastano tutti voi.
- Ma no - affermavano le ‘file di ance’ - senza di noi non ci sarebbero nenie pastorali né altri brani per celebrare la Nascita di N. S. Gesù Cristo.
- Smettetela, siete tutte delle comari pettegole - disse la fila del Principale da 8’ - se non ci fossi io, a supportarvi, sembrereste tanti piccoli uccellini sperduti.
- Però siamo noi - ribatterono le file di tutti gli altri registri da 8’ - a rendere possibile la creazione di tanti coloriti timbrici particolari.
- Ma sapete cosa sembrereste se mancassimo noi - bofonchiarono i registri di 8’ della Pedaliera: delle ragnatele che pendono dal soffitto, una costruzione senza basamenti.
- Signore… signore… - sussurrarono con tono saggio e profondo i Subbassi da 16’ - è l’unione che fa la forza! Ogni ‘fila di canne’ è utile, anzi indispensabile, alla bellezza del suono dell’Organon di cui facciamo parte. Vogliamoci tutti bene, collaboriamo senza invidia, presunzione e stupide ambizioni di predominio, e le nostre ‘voci’ unite.. arriveranno fino a Dio.

Canne dell'organo. (Foto Giuseppe Ruggiero)Le ‘canne’, il cui timbro è direttamente influenzato dai materiali che le compongono e dalla loro qualità, costituiscono l’essenza stessa di un organo, sono il suo cuore pulsante che parla e si rivela a chi lo sa ascoltare.

La loro funzione estetica (se ben realizzata), pur essendo comunque un arricchimento artistico, non è rilevante per il vero musicista, che preferisce il godimento acustico a quello visivo.

Questa predilezione è anche conseguenza del fatto che in molti organi, specie dei secoli scorsi, le canne della ‘facciata’ sono ‘mute’, avendo una funzione esclusivamente decorativa (quelle ‘vere’ sono poste dietro il ‘prospetto’ o in apposite ‘casse armoniche’).

Le canne, che hanno forma ‘tubolare’, ‘conica’, ‘rettangolare’ o ‘quadrata’, sono generalmente costruite in metallo (stagno, piombo, lega di stagno e piombo, rame, zinco e alluminio) o in legno (rovere, noce, abete, cipresso, pero, ecc.).

Quelle in legno possono essere ‘chiuse’ (o ‘tappate’) o ‘aperte’.

Le canne chiuse, che producono un suono all’ottava inferiore rispetto a quelle aperte della medesima dimensione ed hanno un timbro cupo e povero di ‘armonici’, vengono utilizzate (nella maggior parte dei casi) a causa di problemi dovuti ad insufficiente altezza (sono infatti lunghe circa la metà di quelle aperte).

Le canne di un organo possono essere ‘labiali’ (o ‘ad anima’) o ‘ad ancia’ e sono formate da 3 parti: il ‘piede’, la ‘bocca’ ed il ‘corpo’.

Il ‘piede’, a forma di cono rovesciato, è la parte inferiore della canna che viene infissa nel foro del ‘somiere’.
Alla sua estremità superiore è posta ‘l’anima’, un blocco ligneo o metallico la cui funzione è di restringere il tubo lasciando solo una fessura, la cosiddetta ‘bocca’, dalla quale l’aria, uscendo con forza, urta contro la sua parte superiore rientrante (detta ‘labbro superiore’) e pone in vibrazione la colonna d’aria contenuta nel ‘corpo’ (che è la parte superiore della canna).

La bocca ha una parte inferiore leggermente arcuata (detta ‘labbro inferiore’), circondata da una specie di ‘incorniciatura’ (detta ‘freni a cassetta’) che serve a regolarne il timbro.

Per regolare l’uscita dell’aria dalla bocca, gli ‘organari’ usano delle liste di legno o metallo di varie forme (con spigoli taglienti o arrotondati, a cornice rotonda o quadrata, ecc.) dette ‘barbe’ o ‘orecchiette’, situate in svariate posizioni (superiori, inferiori, laterali,ecc.).

Tra le barbe (che possono essere poste anche davanti alla bocca, per ottenere una specie di fruscio imitante lo sfregamento dell’archetto sulle corde) può essere inserito un ‘rullo mobile d’intonazione’ che conduce l’aria verso il labbro superiore.

L’intonazione delle ‘canne labiali o ad anima’ avviene nei modi seguenti:

a) in quelle di metallo si effettuano due tagli verticali all’estremità superiore della bocca e si piega a riccio la linguetta ottenuta; così facendo si accorcia la frazione vibrante dell’aria fino a raggiungere l’altezza di suono desiderata;

b) in quelle di legno aperte si regola l’apposito ‘sportello a coulisse’;

c) nelle canne di legno chiuse si usa un’assicella interna aderente alla parete che alza e abbassa il piano di chiusura (detta ‘assicella d’accordo’).

Le ‘canne ad ancia’ sono soggette ad una manutenzione più frequente a causa della loro instabilità d’intonazione.

In molti organi è presente un comando che esclude tutti i ‘registri ad ance’ dai ‘ripieni’ e dal ‘forte generale’, essendo gli ‘organari’ consapevoli delle difficoltà dei Parroci nel reperire validi ‘tecnici accordatori’ e ad acquisire le risorse finanziarie da destinare a tale scopo.

La parte più complessa della ‘canna ad ancia’ è il suo piede (o ‘stivale’ o ‘scarpa’), che contiene la: ‘testa’ o ‘noce’ o ‘porta ancia’, elemento metallico (ligneo in canne di grandi dimensioni) comprendente i seguenti componenti:

a) ‘padiglione’ (fissato alla parte superiore della testa e comunicante con la parte inferiore del piede), che può essere di legno (a piramide o a doppia piramide unita per la base) o di metallo (a cilindro, a imbuto o a sfera), la cui scelta influenza l’altezza ed il timbro;

b) ‘canale’, piccolo tubo (generalmente di forma cilindrica) di legno, stagno o ottone, con uno spacco longitudinale (i cui bordi sono rivestiti di cuoio) e terminante, nella parte inferiore, con un risvolto ad angolo retto;

c) ‘lingua’ o ‘ancia’ (di ottone, argento o di altro metallo) che ha forma rettangolare, è fissata alla ‘testa’ (o ‘noce’) per la parte superiore, ha un peso fissato all’estremità inferiore vibrante che ne regola il movimento (sono usate anche ance libere e battenti) ed é tenuta aderente alle pareti del canale mediante un cuneo fissato nel punto d’attacco;

d) ‘gruccia d’accordo’ (filo d’ottone che attraversa la testa e, ripiegato, va ad appoggiarsi all’ancia), alzando o abbassando la quale si modifica la lunghezza della parte vibrante e, conseguentemente, l’altezza del suono.

Per esigenze di spazio, a volte viene usata una canna piegata ‘a gomito’, detta ‘canna pipata’ (per la somiglianza con l’omonimo arnese dei fumatori).

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