Virtual Sorrento Home Page
- Sorrento nella Poesia -

Bernardo Tasso a Sorrento

di
Bernardo Tasso
" Or mi giova, da questo altero scoglio
Delle Sirene, udire
Gli augelli gai languire,
E il lor dolce cordoglio

Sfogar con vario e con canoro stile
Chiamando il lieto e dilettoso aprile"

Bernardo Tasso - Sorrento 1543
Ode XX - Vol. 2° - Rime

 

Non era dunque ancora nato il grande Torquato, quando suo padre Bernardo componeva questi versi di una vaga e struggente malinconia, immortalati da una lapide posta all'ingresso della sua casa a picco sul mare, quella Villa Mastrogiudice che oggi è sede di un famoso albergo sempre in Piazza della Vittoria.

Nato da una nobile famiglia bergamasca, Bernardo Tasso (Bergamo 1493 - Ostiglia, Mantova 1569) fu cortigiano, segretario del principe di Salerno Ferrante di Sanseverino, apprezzato uomo di lettere che, con il poema "Amadigi" e "Le Rime", in cui la poesia rinascimentale lirica e cavalleresca appare sempre più morbida e illanguidita, è passato alla storia come uno dei più alti esponenti del Manierismo cinquecentesco.

Sposato con Porzia de' Rossi, nobile napoletana di origini pistoiesi, abitava a Sorrento dove gli nacquero i tre figli, Cornelia, un bimbo morto in fasce ed infine Torquato.

Ma già nel 1545 si erano trasferiti a Salerno mentre nel 1551 la famiglia si separò definitivamente: Cornelia in un monastero a Sorrento, Torquato con la madre a Napoli e Bernardo in un continuo peregrinare tra varie città tra cui Roma, dove Torquato lo raggiunse nel 1555, mentre la madre, che egli non rivedrà più, muore a Napoli nell'anno successivo, sola e abbandonata da tutti.

Da questi brevissimi cenni su una famiglia celebre ma sventurata, risulta evidente la sostanziale estraneità dei due poeti, padre e figlio, alla terra sorrentina, nella quale l'uno soggiornò per qualche tempo, l'altro vi nacque e vi tornò ma solo di sfuggita con l'evidente conseguenza che, se la poesia di Bernardo, ma solo in minima parte, nasce a Sorrento, quella ben più grande di Torquato fu totalmente creata altrove.

Che il mito delle sirene, gli alteri scogli a precipizio sul mare, il languido canto degli uccelli, l'aria luminosa abbiano commosso e ispirato il severo uomo di corte non v'è dunque alcun dubbio. Ma si può dire altrettanto del genio tormentato ed altissimo del figlio Torquato?

 

Copyright © 2003 Salvatore Cangiani. Tutti i diritti riservati.