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Chiese di SorrentoLa Chiesa di Sant'Antonino![]()
Due reliquiari, ai lati dell’altar maggiore, conferiscono all’insieme una vaga aria, un po’ gelida, da museo anatomico. Ma veniamo ai pregi, come è giusto: sul fianco esterno destro dell’edificio si apre il portale laterale (XI secolo). Anche qui ci si è accontentati di materiale riciclato (si sa: erano i tempi), ma l’esito è di grande armonia ed eleganza. All’interno le tele di Giacomo del Po, sempre un tantino flou, valgono da sole la visita, sia quelle di cui si è già detto, nell’abside, che quelle altre alle due estremità del transetto, con tanto di firma e data (queste ultime): 1685. In una è rappresentata Sorrento liberata dalla peste, nell’altra l’assedio di Sorrento. Inutile dire che in entrambi i casi risolutivo fu l’intervento del Patrono. Tra navata e presbiterio, un elegante pulpito, intagliato e intarsiato. E adesso il clou: ai piedi del presbiterio due rampe di scale dalle balaustre marmoree snocciolano gradini verso la fascinosa cripta, a pianta centrale, con otto colonne (di spoglio, neanche a dirsi) da cui prendono il breve balzo gli archi delle volte a crociera, con un gioco di spazi molteplici, levitanti negli stucchi e nelle dorature rococò e nel colore azzurro polvere. Al centro, un recinto marmoreo abbraccia l’altare del Santo. Tutt’intorno, nei sei ovali belli di Carlo Amalfi, i santi venerati a Sorrento (Renato, Valerio, Gennaro eccetera). Facile individuarli per via del nome scritto nella parte alta del cartiglio di stucco che li avvolge, grazie a Dio. Bella anche la Madonna delle Grazie, del XIV secolo, affresco – alquanto rovinato - staccato dalle antiche mura e ora su un altarolo rococò. Insolito il Crocifisso, conservato in un’elaborata cornice, ricoperto da una guaina d’argento lavorata ad intreccio (XVI secolo). L’atmosfera è suggestiva, anche a causa dell’enorme quantità di ex-voto su tutte le pareti. Per lo più d’argento, sono soprattutto cuori (presumibilmente generica metafora della vita tout court), ma anche gambe, braccia, mani, occhi; teste di profilo o figure intere senza pretesa alcuna di somiglianza (ci si accontenta delle tipologie: uomo-donna, giovane-vecchio, bambino-bambina...). Persino una placchetta con due mammelle (e chissà quale disgrazia hanno schivato per intercessione del Santo!), due spalline militari (molto emblematiche), tronchi umani aperti come in una tavola anatomica con i visceri esposti al completo; una figura intera in argento con la foto accanto per evitare ambiguità, vista la gran folla in cui il Patrono deve districarsi. E ci si può divertire a cercare altre tipologie votive. Di solito gli ex voto sono raggruppati in vetrine per generi: e allora, qui quasi soltanto gambe; lì quasi esclusivamente cuori. Comunque non si disdegnano le contaminazioni, probabilmente per motivi logistici. Ma di grande effetto sono soprattutto gli ex-voto dipinti. Come ci si può aspettare, i miracoli qui presenti riguardano fatti di mare: sant’Antonino soccorre i velieri sballottati tra i marosi sotto cieli di grande tempesta. Spesso il Santo appare personalmente, in un angolo in alto del dipinto; ma talvolta agisce invisibile, mentre gli ingenui marinai si credono ancora derelitti e perduti in balìa delle onde. Il tema è unico; eppure sono tutti diversi quei cieli di tregenda: alcuni notturni e altri diurni, attraversati da lampi o ingombri di nubi, lividi o color cenere o rossastri; persino con sprazzi di sereno. E talvolta appare in lontananza la terraferma, ma per lo più si è in alto mare. Il grosso sono velieri, ma compaiono anche più moderni bastimenti, come quello indicato quale “S.S. Constitution” che traghettava da Napoli a New York Bianca e Greta Niskanen (madre e figlia? sorelle? chissà). Ed ecco persino l’evento strorico: Giovanni Mellini di Cangiano si salva con i figli nel famoso naufragio della nave “Sirio” (è il 1906). E poi c’è la foto colorata di una barca sormontata da cinque medaglioni fotografici: i fratelli Muollo, pescatori, e il loro compagno Salvatore Ruocco (e siamo al 1950!). Dati recenti, anche se il grosso risale al XIX secolo. Colpisce e commuove, in questo spazio intenso, la fede popolare che anima i tanti segni di devozione naïve. Marina Limone
---------------------------------- Argomenti correlati: Gli Ex-Voto Pittorici Marinari dedicati a Sant'Antonino Abate
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