|
|
La "Via Minerva"di Rosario Fiorentino
Questa via attraversa tutta la penisola fino al suo lembo estremo, il promontorio di Punta della Campanella, dove si ergeva il Tempio di Minerva, importante luogo di culto dell’antichità che ha dato il nome alla strada stessa. Un documento utile per individuarne il percorso può essere la "Tabula Peutingeriana" (IV sec. d.C.) anche se, purtroppo, essendo una rappresentazione in scala ridotta, non fornisce molte indicazioni, ad eccezione delle distanze che sono indicate in miglia. Ma non è difficile individuarne il tracciato, un valido aiuto ci è dato dalla toponomastica dei luoghi, Meta è il primo paese della piana, venendo da Stabia e il suo nome potrebbe indicare la fine del tratto travagliato dei monti, la frazione Termini come luogo d’arrivo prima di affrontare la discesa fino al Santuario, della quale sono ancora visibili tratti del selciato greco-romano. Pertanto si può ipotizzare una via Minerva che partita da capo Ateneo, arrivava a Termini e da qui proseguiva seguendo la vecchia strada per Priora, scendeva verso Sorrento per Capodimonte, diventava decumano nel centro della città (l’attuale via S. Cesareo), attraversava la piana secondo l’attuale Corso Italia, travalicava il vallone di Meta a Ponte Maggiore, saliva verso Alberi, per poi ridiscendere fino al Rivo D’Arco; da cui la via arrivava tangenzialmente a Vico e proseguiva fino a Stabia. Questa strada può essere definita a pieno titolo "un elemento
primario"in quanto da sempre ha incanalato le trasformazioni
del territorio verso particolari direzioni. Fonti: stralci dalla tesi "La Penisola Sorrentina tra realtà e progetto" - luglio 1986 - di Elsa Paturzo, Antonino Esposito, Giuseppe Galano, Rosario Fiorentino.
|
|